Iniziazione al 4 LM, 13 settembre 2002
A. S. Oberoi


Come sapete, negli ultimi due mesi si era sparsa la voce che in base alle istruzioni del misericordioso Guru, Sant Ajaib Singh Ji Maharaj, Sri Sadhu Ram Ji incominciasse a dare l’iniziazione per le persone di Anupgarh e dintorni dal 13 settembre, due giorni dopo il fausto compleanno dell’amato Sant Ji. (Non vuole tenere alcun programma mentre è in svolgimento un altro all’ashram del 16PS). Vorreste per favore ricordare che in risposta alle domande di molti sul fatto se Sant Ji gli avesse affidato il lavoro spirituale, ha evitato di dare una risposta diretta, specifica e gli amati si sono sentiti disorientati e turbati al riguardo. Solo alla fine di maggio di quest’anno ha confermato ad alcune persone: “Sì, Sant Ji mi ha affidato effettivamente il lavoro spirituale e le iniziazioni incominceranno quando farà meno caldo”.
Finalmente il giorno 13 settembre, che alcuni diletti attendevano con impazienza, e in una certa misura con il fiato sospeso, è arrivato. Il giorno prima dell’iniziazione sono arrivati alla sua abitazione diversi amati provenienti da vari luoghi desiderosi e ansiosi di essere iniziati. Il giorno previsto Sadhu Ram si è seduto sul lettino di legno nel cortile di casa sotto lo sguardo di tutti, e gli aspiranti spirituali hanno incominciato ad andare da Lui ad uno ad uno con le richieste per l’iniziazione. Sono venuto a sapere che alcuni giorni prima parlando con qualcuno, che è in costante contatto con Lui e vive in un villaggio vicino, Sri Sadhu Ram Ji aveva indicato ingenuamente che il suo Satguru gli aveva detto che venticinque persone dovevano essere collegate al potere della Parola interiore, e alcuni bambini avrebbero ricevuto il Dhun (n.d.t. iniziazione al Suono).
In base al programma annunciato doveva incontrare gli amati fino alle sette del mattino e poi proseguire con l’iniziazione, tuttavia è andato avanti inaspettatamente fino alle sette e trenta come se aspettasse l’arrivo di qualcuno e nel frattempo sono sopraggiunte frettolosamente dieci persone, che erano in ritardo per problemi di trasporto, eccetera. Il sangat (circa duecento persone) ha sfruttato questa mezz’ora intermedia con il canto dei bhajan in lode ad Hazur Sawan, Kirpal e Ajaib con grande devozione e brama; molti avevano le lacrime agli occhi.
Un amato gli ha chiesto il motivo per cui c’è stato un lunghissimo intervallo tra l’ultima iniziazione condotta dal suo Guru, Sant Ajaib Singh Ji, e l’iniziazione che Lui doveva concedere quel giorno. Ha risposto che l’iniziazione di un perfetto Maestro è una grande benedizione, non una cosa dappoco o a buon prezzo. In ogni caso, a mano a mano che la missione del Satguru va avanti, molte persone incominciano a raccogliersi attorno a Lui, e costoro la considerano una routine senza prestarle la dovuta importanza. Questo è sempre motivo di inquietudine e di sconforto per i Santi, giacché non sono interessati a formare un esercito di discepoli. Ha aggiunto altresì che al fine di verificare che siano recuperati e conservati il valore e l’importanza dell’iniziazione, e che gli amati nel sangat incomincino a considerarla con sacralità e riguardo, nonché a meditare loro stessi prima di richiederla per i figli e i nipoti, i Santi provocano una pausa simile, considerata necessaria nella loro saggezza divina. In tal modo si sviluppano anelito e brama; coloro che ottengono l’iniziazione, ne realizzano il valore e l’importanza. Inoltre Sri Sadhu Ram Ji ha detto che, prima di lasciare il corpo fisico, il suo amato Satguru aveva rivelato alcuni indizi a coloro che lo raggiungevano nell’intimo secondo i quali la successiva iniziazione non avrebbe avuto luogo prima di cinque anni.
Prima dell’iniziazione Sadhu Ram ha fatto sedere in meditazione tutti coloro che erano già iniziati dicendo che il suo grande Guru sta esortando ognuno dei propri figli spirituali a prestare attenzione e a meditare, sempre di più, dato che il tempo prezioso sta scorrendo e nessuno sa quando verrà la propria fine e dovrà andarsene.
Rivolgendosi a coloro ai quali aveva acconsentito di concedere l’iniziazione, Sri Sadhu Ram Ji ha dichiarato, prima di incominciare, che ognuno degli aspiranti deve conoscere e accettare alcuni punti e istruzioni. Ha chiesto al pathi (cantore) di leggerli lentamente e chiaramente, a voce alta, e ha proseguito solo dopo che tutti i diletti hanno espresso il loro assenso alzando le mani. Queste istruzioni saranno tradotte dall’hindi all’inglese e saranno comunicate in seguito.
Non ha spiegato nessuna teoria ai diletti presenti, affermando che ognuno di loro aveva partecipato ai suoi Satsang e aveva capito che Dio risiede in ognuno di noi, e “che può essere realizzato solo con la tecnica e le istruzioni necessarie per entrare nell’intimo, impartite da un amato figlio di Dio e del Guru, il quale sia Lui stesso entrato interiormente rendendo la propria mente calma e si sia elevato dal centro dell’occhio, di stadio in stadio, verso l’alto per unirsi alfine con il proprio Guru e con Dio in modo totale. Egli ha annullato la propria identità, il proprio sé attraverso i suoi sforzi ineguagliabili e la grazia illimitata della ‘Parola Competente’ e della ‘Parola-Guru’, ed è diventato un perfetto Maestro, in grado di impartire queste istruzioni agli altri, sotto l’ordine specifico e chiaro del proprio Guru”.
Ha detto agli amati che il Simran è il primo passo in questo processo, poiché la ripetizione costante agisce come una scopa e pulisce la polvere della nostra anima accumulatasi da nascite e nascite; gradualmente permette all’anima di ritirarsi dalle nove aperture del corpo fino al centro del terzo occhio e di calmarla in quel punto.
In seguito ha rivelato i cinque sacri nomi del Simran ripetendoli personalmente, ha chiesto agli amati di ripeterli dopo di Lui e poi hanno continuato i sevadar finché tutti non li hanno memorizzati. Ha spiegato con precisione come fare il Simran, dove fissare l’attenzione, come calmare la mente, il corpo e che altro fare. Li ha fatti meditare per un’ora suggerendo loro di non muovere il corpo e aiutandoli a farlo correttamente. Alla fine dell’ora ha chiesto di sedersi comodi e dopo un intervallo di dieci minuti ha spiegato la tecnica dell’ascolto della melodia interiore; poi ha chiesto di metterla in pratica aiutando coloro che avevano difficoltà. Quattro bambini hanno ricevuto l’iniziazione al Suono.
Quando Sri Sadhu Ram Ji ha chiesto ai nuovi iniziati di interrompere la pratica del Dhun e di segnalare quale tipo di luce avevano visto e che cosa avevano udito, si è scoperto che quattro persone avevano visto la Guru Swaroop (la Forma del Maestro), cinque avevano visto il sole brillante di mezzogiorno, e la maggior parte di loro aveva contemplato altri tipi di luce. Similmente, per quanto riguarda il Suono, la maggior parte degli amati aveva sentito un tipo o l’altro di suono e per lo meno cinque di loro avevano udito suoni superiori. Fortunatamente non c’è stato nemmeno uno che non abbia avuto affatto esperienze.
Personalmente sono rimasto sbigottito e, se mi permettete, in qualche modo perplesso, di come siano risultate tali esperienze elevate con pochissima teoria e, in sostanza, senza alcuna spiegazione. Quindi ho toccato la questione con Sri Sadhu Ram Ji e Lui mi ha detto con molto amore che innanzitutto questo Sentiero è un Sentiero pratico, non di parole o chiacchiere, e secondariamente le persone semplici, illetterate dei villaggi possono sperimentarlo meglio delle persone colte di città. Ma al di sopra di questo, se il suo Satguru, Sant Ajaib Singh Ji Maharaj, vuole elargire la grazia copiosamente e accoratamente per convincere gli amati che hanno dubbi, allora dovremmo trarne beneficio piuttosto che assecondare lotte mentali. Mi ha detto pure che la mente crea numerosi intoppi e non ci permette di accettare la realtà, anche se la realtà ha una propria caratteristica implicita di essere accettata a tempo debito, sia che gli amati sofferenti per i gesti grotteschi della mente lo desiderino o no.
Alla fine Sri Sadhu Ram Ji ha chiesto a ognuno di levarsi qualunque filo, talismano o altro, che teoricamente possedesse il potere magico di curare i problemi – fisici, mentali, finanziari e psicologici – chiarendo che “da quel momento tutte quelle cose non avranno e non potranno avere alcun effetto su di loro. Infatti la Parola nella Forma del Guru, che si è assunta la vostra responsabilità, è venuta per rimanere dentro di voi per sempre, vi vigilerà sotto tutti gli aspetti e in tutte le situazioni, per quanto siano gravi e fastidiose”.
Ha spiegato pure ai diletti che al posto della routine quotidiana precedente, ora dovevano condurre una buona vita morale e onesta, affrancata da odio, malanimo o gelosia, con amore e rispetto per ogni essere senziente o non senziente, e dedicare per lo meno due ore e mezzo al giorno alla meditazione, senza fallo, dato che la brama e l’anelito creatosi in loro sono assai preziosi, d’aiuto e porteranno a risultati veloci, purché seguano il più possibile il Sentiero con fede, fiducia e devozione. Agli amati è stato altresì ricordato che devono considerare il Guru come il loro unico sostegno e benefattore, nel mondo in generale, il quale non li abbandonerà mai qualunque cosa succeda, a condizione che si rivolgano a Lui, e a Lui solo per essere aiutati. Ha detto pure agli amati che il Guru sa qual è la cosa migliore per noi povere jiva e non indugia mai nel proprio dovere. Viene anche in nostro soccorso al momento della morte, che è considerato il momento più difficile della vita. In breve, ogni amato non dovrebbe mai perdere di vista il proprio Guru ed essere certo che anche Lui non perderà mai di vista il discepolo stesso.
Dopo l’iniziazione il langar ha servito circa duecentocinquanta–trecento persone e a quel tempo mi è venuta in mente un’osservazione fortuita e, a mio avviso, sconveniente, di un diletto, il quale avendo saputo che Sri Sadhu Ram Ji avrebbe portato avanti il lavoro spirituale di Baba Ji, dichiarò: “Lui sta morendo di fame anche oggi, come farà a nutrire il sangat che verrà da lui?”. Ho sentito che Baba Ajaib Singh Ji, fedele al proprio nome e alla propria volontà, è veramente meraviglioso sotto tutti gli aspetti: Lui fa quel che desidera, perché chi può mai essergli di intralcio?

 

torna alla pagina principale