Dio ti è vicino
Sadhu Ram Ji

10 aprile 2003, Delhi, India sul bhajan “Rab labdha e”

 

Stai cercando Dio e vaghi all’esterno,
Dio ti è accanto, non cercarlo esteriormente, nemmeno nell’oblio.

M i inchino milioni di volte ai piedi di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Maharaj e del Satguru Ajaib Singh. Miei cari, abbiamo avuto quest’opportunità di sedere insieme nel loro amore e rimembranza. Estendo il benvenuto e mi congratulo con voi nel nome del Satguru. Abbiamo scelto questo breve bhajan di Sant Ajaib Singh in cui dice: “State cercando Dio e correte all’esterno. Dio vi è vicino, non cercatelo all’esterno nemmeno in uno stato di oblio”.
Oggi è bene che siamo qua insieme nell’amore del Maestro per fare il Simran. Dovremmo fare il Simran con sincerità, avere buon esito nelle nostre vite e incontrare il Maestro interiormente.
Sant Ajaib Singh Ji disse nel Satsang: “Se allentiamo la corda della mente, allora diventiamo pigri oppure vogliamo risultati immediati”. Così, cari amici, non dovremmo né impigrirci né pretendere risultati veloci.
Come il colore è nelle foglie di henné, così Dio è dentro di te.

Come la fragranza è nei fiori, l’Amato è dentro di te. Non uscire all’esterno, non fare penitenze.
Cerca il Maestro - cercalo nell’intimo.


Proprio come il colore rosso è diventato parte delle foglie dell’henné e la fragranza è diventata parte dei fiori, nello stesso modo il Maestro è dentro di noi. Se spezziamo e trituriamo le foglie dell’henné, noteremo un colore rosso.
Ora siamo attaccati al mondo. Se facciamo asciugare un panno di seta su cespugli spinosi e cerchiamo di prenderlo in un colpo, il tessuto si strapperà. Miei cari, si può applicare la stessa cosa al Simran. Se facciamo il Simran e aggiungiamo un minuto al giorno, gradualmente possiamo incrementarlo e distaccare l’anima dall’esterno.
È passato molto tempo da quando abbiamo incontrato il Guru e abbiamo ricevuto l’iniziazione, tuttavia la mente non ha fede. Ci fa credere che dopo averci dato il Naam, il Guru si sia allontanato da noi, ma questo non è vero. Dopo averci dato il Naam, risiede dentro di noi nella forma dello Shabd.
Il ghi è nel latte. Quando le donne estraggono il ghi dal latte, prima lo scaldano e aggiungono un coagulante; poi si forma lo yogurt. Sbattendo lo yogurt ricaviamo il burro. Scaldando il burro rimuoviamo le impurità e otteniamo il ghi come prodotto finale.
È proprio simile al processo del Simran che distacca l’anima dal corpo. Una volta che l’anima raggiunge Daswan Dwar attraverso il Simran e i pensieri della mente si focalizzano nel nostro Maestro, allora abbiamo buon esito e quell’esito rimane per sempre.
Nella storia di Raja Pipa si dice che un giorno pensò “Voglio incontrare il Signore Onnipotente, ma dove posso trovarlo? Come posso incontrarlo?”. Domandò alle persone della corte chi fosse competente in quel momento per fargli incontrare il Signore. Gli dissero che in precedenza c’era stato Kabir Sahib, ma in quel periodo il perfetto Maestro era Ravidas, un ciabattino di bassa casta. Così un giorno, messo da parte il proprio rango elevato, Raja Pipa andò da Ravidas e disse: “Maestro, dammi qualcosa”. Compiaciuto dell’umiltà, Ravidas prese l’acqua che stava usando per lavare le pelli e la offrì al re. Il re pensò: “Questa persona di bassa casta mi sta offrendo acqua contaminata”. Anziché bere l’acqua, Raja Pipa la fece scorrere nelle maniche del vestito e, rientrato a casa, fu sollevato dal fatto di non essere stato contaminato e mandò l’abito dal lavandaio. Il lavandaio lo diede alla giovane figlia e le disse di succhiare le macchie. Ma la ragazza era molto innocente e inghiottì l’acqua contaminata anziché sputarla. Quindi la figlia del lavandaio ottenne la grazia del Maestro, la sua visione interiore si aprì e incominciò a parlare dei segreti interiori della spiritualità.
Anche il re venne a sapere che la figlia del lavandaio aveva ottenuto l’illuminazione spirituale dal suo abito. Una sera decise di andare alla casa del lavandaio a vedere e si inchinò di fronte alla figlia del lavandaio. Il re disse alla ragazza: “Mi inchino davanti a te come un mendicante poiché hai ottenuto l’illuminazione”. La ragazza si alzò e si prostrò davanti al re con queste parole: “Sono io che mi inchino davanti a te poiché ho ottenuto l’illuminazione attraverso il tuo vestito”.
Le lacrime colmarono gli occhi di Raja Pipa. Tornò alla casa di Ravidas e nel tragitto malediceva, insultava la propria casta elevata. Il re pensava: “Questo orgoglio di alto e di basso è una malattia molto pericolosa, ho perduto tutto questo per l’ansietà della vergogna pubblica”. Il re disse a Ravidas Ji: “O Maharaj, per favore dammi ancora una volta quel dono di grazia che mi hai concesso quel giorno”. Ma Ravidas disse a Raja Pipa: “No, il dono di grazia è stato dato solo una volta. Ora dovrai essere iniziato e fare il Simran del Naam, e allora progredirai”. Raja Pipa fu iniziato, meditò e il suo nome viene considerato fra quello dei grandi Santi. Sant Ravidas era molto elevato e puro, annunziò il messaggio del Naam.
Parlando di sé Sant Kabir Sahib disse: “Una volta Kabir era un tessitore di bassa casta, ma è diventato il più alto meditando sul Naam”. Anche Guru Gobind Singh Ji ha scritto: “Lui eleva l’umile, ascolta la supplica di ogni anima”. Anche il nostro Maestro ha sempre detto che dovremmo fare il Simran. Se facciamo il Simran, il Maestro ascolterà la nostra chiamata.

Egli risiede dentro il corpo chiudendosi sotto chiave. Ha dato le chiavi ai Santi.
I veli non si aprono godendo i piaceri, bisogna meditare. Uno deve uccidere la mente e sacrificare la propria testa: allora si avvicina al Satguru.


Nel bhajan il Satguru Ajaib Singh Ji ha scritto che dobbiamo sacrificare il corpo e la mente, dopodiché il Maestro ci avvicina a sé. Ora la mente è dispersa all’esterno, è proiettata all’esterno e non riesce ad elevarsi alla decima porta. Se una nave viaggia nell’acqua dell’oceano e un corvo è appoggiato sull’albero della nave, il corvo può lasciare la nave, ma prima o poi dovrà ritornare. Similmente quando ci sediamo per meditare, l’attenzione può andare nel corpo, ma dobbiamo riportarla ripetutamente al Simran affinché si formi l’abitudine del Simran.

L’amore di Dio si ottiene nell’intimo, all’esterno v’è la falsa illusione.
Chi ha realizzato Dio, lo ha fatto nell’intimo - tutti i Santi hanno scritto questo.
O misericordioso Dio Kirpal, Ajaib dice: “Tienimi accanto a te!”.


torna alla pagina dei discorsi