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Surat Shabd Yoga
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Inserito il - 20 Dicembre 2020 :  08:20:19  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
L’ultima visita a Dalhousie:
la sua stazione collinare preferita nel grembo dell’Himalaya
Storia 29

dal libro “Memories of Sawan” di Bibi Lajo

Questa è la storia della festa di compleanno di Hazur a Dalhousie. In seguito non visitò mai più la sua stazione collinare preferita. Data Ji disse il giorno del compleanno. “Kako, tutti hanno mangiato. Mangia anche tu”. Dissi: “No Data Ji, prima mangia tu, poi io”. Hazur disse: “No, ascolta figlia mia, sono pieno”. Dissi: “Data Ji, non hai mangiato niente, come fai a essere sazio?” Rispose: “Ascolta Kako, te lo faccio vedere”. Hazur mi portò nel cortile della casa e mi mostrò il sangat che stava pregando con gli occhi chiusi e con il cibo davanti a tutti. Hazur disse: “Guarda, tutti mi stanno nutrendo amorevolmente. Questo è il motivo per cui sono sazio”. Risi e dissi al sangat: “Fratelli e sorelle, smettete di meditare. Il mio Satguru non sta mangiando a causa della vostra meditazione. Sono stanca di cucinare dalla mattina e voi saziate il Satguru!” Tutti i satsanghi aprirono gli occhi ed ebbero un buon darshan di Hazur. Il sangat divenne molto felice di ascoltare le mie parole. Poi mi diede l’ordine: “Kako, porta il cibo. Ora sono pronto per mangiare e il tuo desiderio sarà esaudito”.
Portai il cibo, Satguru Ji mangiò gioiosamente e mi accontentò con il suo cuore tenero. Il mio Satguru, che rese felici tutti, era fantastico. Il mese successivo, quando era pronto a lasciare Dalhousie, non mi aveva mai chiesto i suoi averi. Mi domandò: “Bibi, quanti vestiti hai? Portameli tutti”. Portai la scatola e la misi davanti a lui. Mi guardò e mi chiese di prendere i vestiti blu e neri. Voleva portare quei vestiti caldi alla Dera di Beas. Disse: “Li indosserò durante i giri”. Prima di allora questi abiti caldi erano sempre rimasti a Dalhousie. Dissi: “Va bene, certo, come vuole Sua Santità”. Poi aggiunse: “Kako, prendiamo pure la coperta di cashmere e gli altri vestiti di cotone”. Gli chiesi come mai volesse farlo. Rispose: “Kako, a che serve lasciarli qui? Non c’è nulla di certo nella vita”, al che mi agitai. Hazur rise e disse: “Ascolta Kako, non temere. Tutti devono andarsene da questo mondo. Nessuno è mai sopravvissuto qui”. Sistemai tutto in casa davanti ai suoi occhi. Si sedette sulla poltrona e mi guardava mentre mettevo tutto in ordine. Poi mi disse: “Kako, organizza tutto bene. Le tue cose potrebbero rimanere qui per molto tempo”. Risposi subito: “No, Satguru Ji, tutto appartiene a Te. Niente è mio”. Hazur disse: “Guarda Kako, non c’è niente che sia tuo o mio. Questa vita è come quella dei passeri. L’unica cosa che rimane qui, è la casa e ciò che contiene. Noi non restiamo qui. Gli incontri vanno avanti e le persone continuano a lasciare questo mondo, una dopo l’altra”. Mi agitai di nuovo, al che Hazur mi disse: “No Kako, non ti agitare. Ti sto solo dicendo la verità della vita”.
Me lo stava dicendo chiaramente, ma si stava anche nascondendo. La notte, mentre stava per coricarsi, disse di nuovo: “Kako, chiudi a chiave la casa con cura”. Hazur sistemò tutti i libri nell’armadio. Non li aveva mai toccati prima.
Prima di partire la mattina fece il bagno e bevette il latte come al solito. Quindi rimase in piedi al centro della stanza e meditò per un po’. Poi lasciò la stanza. Fatto dieci o dodici passi, tornò di nuovo e guardò la cucina: “Kako, se la cucina rimane aperta, entreranno i cani”. Dissi: “Data Ji, non ho chiuso a chiave perché ho dato le chiavi al guardiano in modo che possa occuparsi dell’edificio”. Hazur disse: “Bene, Kako. Devo lasciare questa casa. Prenditi cura di questa casa e la casa si prenderà cura di te”. Dicendo queste parole, lasciò la casa e non si voltò mai più. Dopo questa visita non tornò mai più.
Quando Hazur lasciò il corpo, indossava quell’abito nero che aveva portato da Dalhousie. Ahimè, lui continuava a dirmi tutto chiaramente, ma non riuscivo a capire cosa intendesse. Infatti non avrei mai accettato l’idea che Hazur ci avrebbe lasciato così e che oggi avremmo dovuto affrontare il dolore della separazione.

La visita di Hazur ad Anandpur, Punjab
Storia 30

(Questa è la città in cui risiedette il decimo Guru Gobind Singh Ji)
Pandit Lalchand risiedeva ad Anandpur. Suo figlio si sarebbe sposato a dicembre. Il pandit chiese ad Hazur di celebrare la cerimonia del matrimonio ad Anandpur. Il nome di suo figlio era Gurdial. Hazur disse: “Fratello, non mi piace andare ai matrimoni. Li vedremo altre volte”. Così il devoto chiese ad Hazur di venire quattro giorni prima o dopo il matrimonio. Hazur disse: “D’accordo, fratello. Qualunque cosa sia accettata dal Maestro, farò del mio meglio”. Pandit Ji visitò la casa di Hazur altre due o tre volte per convincerlo a partecipare al matrimonio. Alla fine Hazur comunicò la data del suo arrivo. Disse: “Kako, dobbiamo andare ad Anandpur”. Risposi: “Va bene, Sache Patshah”. Hazur partì per Anandpur e il sangat era molto felice. Innanzitutto diede il darshan a casa di Lekhraj mentre si recava nella città di Hoshiarpur in Punjab. Lekhraj era un vero devoto. Spese molti soldi in onore di Hazur. Poi Hazur si sedette nell’automobile che andava ad Anandpur. Lungo la strada c’era un villaggio dove viveva una vera devota, Dhanno Jumari. Lei organizzò un sacco di cose e una festa musicale in onore di Hazur. Durante il tragitto l’auto si fermò. Data Ji era affamato dell’amore dei suoi devoti. Non si preoccupò mai della casta di una persona, o se era ricca o povera. Data Ji guardava l’amore dei satsanghi. Diede il Satsang nel villaggio e distribuì il parshad. Dhanno fece festa e Hazur si sedette nell’automobile. Migliaia di persone riversarono monete d’argento nell’automobile in cui era seduto il Satguru. Dopo tre o quattro ore di viaggio Hazur raggiunse la riva del fiume.
Hazur attraversò il fiume seduto su una barca e il barcaiolo fu benedetto. Il figlio del pandit era in piedi sull’altra riva, con la macchina già in attesa del Maestro. Hazur si sedette in macchina e raggiunse la casa del pandit e la purificò mettendovi i piedi di loto. In segno di rispetto per Hazur, il pandit aveva organizzato una festa musicale. C’erano tante persone. C’era un grande langar. Hazur tenne quattro Satsang sul tragitto verso Anandpur. Anche allora non era stanco dopo un lungo viaggio. A quel tempo aveva ottant’anni. Il segno spirituale di Jot (luce) brillava sulla fronte tra le sopracciglia. Diede un buon darshan e accontentò il sangat. Con lui c’erano anche il figlio minore di Hazur e suo fratello cugino. Poi Data Ji (il vero Custode del mondo) si sedette in meditazione. Arrivai a casa del pandit quattro ore dopo l’arrivo di Hazur. Chiesi al pandit se Hazur avesse mangiato. Balwant Kaur, un’altra satsanghi responsabile della festa, disse: “No, Bibi, Hazur sta riposando”. Entrai nella stanza dove si trovava Hazur e lo vidi seduto in meditazione. Tornai dopo dieci minuti e Hazur aprì gli occhi con queste parole: “Vieni, Kako, sei arrivata sana e salva? C’è stato qualche problema? Il viaggio è andato bene?” Risposi: “Data Ji, nessun problema. Sono tornata sotto la Tua protezione.” Poi gli chiesi di mangiare e riposarsi. Hazur acconsentì. Portai il cibo e lui mangiò. Lalchand e la famiglia vennero per il darshan, dopo di che lui andò a letto.
La mattina Hazur si alzò, fece un bagno e bevve il latte come al solito. Lalchand e la famiglia vennero di nuovo a vederlo. Data Ji diede le sue benedizioni a ogni membro della famiglia alzando la mano sulla testa di tutti. Poi disse al pandit: “Vorrei visitare il Gurdwara (il tempio dei sikh e il luogo dove Guru Gobind Singh Ji insegnò ai sikh)”. Allo stesso tempo un uomo ricco della città venne a vedere Hazur, era un amico di Pandit Ji. Entrambi iniziarono a parlare di spiritualità. Pandit disse ad Hazur che Sardur Ji era un suo buon amico. Chiese ad Hazur se avesse mai visitato il Gurdwara Anandpur Sahib. Hazur disse: “Non l’ho visto in questa nascita, ma l’ho già visto”. Pandit Ji mi guardò e rise, facendomi notare che Hazur stava raccontando un segreto. Hazur capì che anche noi avevamo inteso le sue parole. Sardur Ji iniziò a chiedere del mondo interiore. Hazur nascondeva sempre queste cose. Sardur Ji chiese di nuovo ad Hazur se qualcuno avesse visto il mondo interiore. A questo punto Hazur disse: “Sì, fratello, ma il mondo intero è un’illusione e hanno dimenticato la loro Casa originale e Dio”.
Dopo questo discorso Hazur diede il darshan al sangat e tenne un Satsang. Si erano radunati migliaia di satsanghi. Quando Hazur ebbe finito con tutto il lavoro, mi disse: “Dimmi Kako, c’è ancora del lavoro che mi resta da fare adesso?” Dissi: “No, Sache Patshah Ji, vieni a mangiare, è già tardi”. Mentre stavo per portare il cibo, notai un’anziana signora sulle scale. Disse che aspettava di vedere Hazur. Le dissi di farlo mangiare prima.
Hazur iniziava a mangiare dopo aver pregato. Accompagnai la signora fuori dalla stanza e le chiesi che cosa volesse dire. Cominciò a raccontare la storia: “Alcuni astrologi della città di Solan sull’Himalaya avevano previsto che ci sarebbe stata una grande tempesta di neve, che tutta l’area sarebbe stata interessata e nessuno sarebbe sopravvissuto. Così sono rimasta dentro casa con i figli. Quella stessa notte alle 2:00 circa è arrivata la tempesta di neve. Le grandi colline erano innevate e le case erano sommerse di neve. Alcune colline smottarono giù insieme alle case costruite su di esse. Anche la mia casa era completamente coperta. Così ho incominciato a fare Simran mentre ero seduta con la famiglia. Ho continuato a ricordare Hazur. Non c’era modo di uscire perché era tutto buio e nessuno poteva venire in aiuto. All’improvviso ho provato a sbirciare attraverso il buco della finestra. Ho visto tre volti con una luce brillante. Ho riconosciuto il volto di Hazur, ma non sono riuscito a vedere gli altri due. In quel momento ho sentito Hazur che diceva di non preoccuparmi e che la mia casa sarebbe stata al sicuro. Udendo queste parole ho provato a uscire, ma a causa della pesante nevicata non ci sono riuscita. Poi sono tornata di nuovo a guardare attraverso il buco della finestra. Ho visto che tutti i tre volti erano scomparsi con mia grande tristezza. Al mattino ho notato che la maggior parte delle case erano sepolte sotto la neve e che solo la mia non lo era, senza essere danneggiata. Volevo dirlo ad Hazur e volevo sapere degli altri due volti”.
Quando Hazur ebbe finito di mangiare, mi chiamò. “Kako, fa’ entrare la signora”. Dissi ridendo: “Hazur, c’è una storia meravigliosa che questa signora vuole raccontarti”. Hazur rise e disse: “Di che si tratta?” Dissi: “Hazur, fai tutto e poi fai l’ingenuo con noi. Per favore ascolta la sua storia”. Accompagnai la signora e Hazur le chiese del suo benessere. La signora disse che è stata molto felice di avere il suo darshan in quella notte tempestosa. Poi riferì tutta la storia. Chiese ad Hazur: “Chi erano gli altri due?” Hazur disse: “Ascolta, Bibi, sono venuto ad aiutarti e il mio Satguru Baba Jaimal Singh Ji è venuto a prendersi cura di me. Poi, essendo Baba Ji il figlio di Swami Ji, anche Swami Ji è venuto a prendersi cura di suo figlio. Ma potevi solo vedere me. È unicamente il gioco del mio Satguru Ji. Non sono niente senza di Lui. Sono solo il suo servitore. Sono vincolato ai suoi ordini. Com’è scritto nel Guru Granth Sahib: ‘Tu vieni e vai, vincolato dal suo ordine, e tu vai avanti, vincolato dal suo ordine. Devo obbedirgli. Ovunque mi mandi, devo andare e Lui sta attuando il suo gioco dietro di me”.
Hazur era grande. Non elogiò mai se stesso. Non dimostrò mai di aver compiuto miracoli. Poi l’anziana signora disse che era piena di peccati e chiese ad Hazur di ascoltarla ancora. Hazur disse: “Cosa?” Disse: “Data Ji, sei venuto per proteggermi, ma non potevo fare niente per te.” Proseguì a raccontare cos’era successo più tardi dopo che Hazur l’aveva salvata.
Tikka Sahib e la sua figlia più piccola erano venute a prenderla in macchina quando le strade furono liberate, ma lungo il tragitto ci fu un incidente d’auto. La loro macchina distrusse completamente l’altra ed era completamente demolita. L’autista di quell’auto morì sul colpo e l’altro uomo rimase gravemente ferito. Lei proseguì dicendo: “Prima che la nostra macchina venisse colpita, siamo stati tutti sollevati e buttati fuori. Ma non siamo riusciti a capire come. Più tardi, il conducente della nostra macchina ha detto di aver visto un vecchio che ci sollevava tutti uno per uno. Quando abbiamo visto la nostra macchina, era solo un mucchio di rottami steso a terra. Poi l’autista disse che l’uomo con la barba bianca aveva un bastone in mano e un pezzo di stoffa rosso. Questo è ciò che l’autista aveva visto prima dell’incidente. Non ho mai visto quell’uomo e non so quando sia scomparso. Cerchiamo chi ci ha salvato la vita”. La signora aggiunse che aveva detto all’autista che non era facile trovare l’uomo perché non era un uomo normale. Era Dio stesso e la forma del Suono.
La signora continuò con la sua lunga storia mentre Hazur la ascoltava amorevolmente. Raccontò pure come stavano pensando a questo miracolo per tutto il tempo in cui aspettavano la corriera. Quando arrivò, si accomodarono, ma anche la corriera ebbe un guasto. Era notte e iniziarono a fare Simran; pregavano Hazur di aiutarli e di riportarli a casa sani e salvi. A quel punto videro arrivare una macchina con un’autista a loro familiare perché conosceva Rani Sahiba. Fermò la macchina e tutti arrivarono a casa sani e salvi. Oh Satguru Ji, sei Dio e noi tutti siamo peccatori. Sei il Grande che aiuta tutti nel momento di pericolo. Siamo esseri umani e stai purificando i nostri karma negativi. Il tuo Naam e la tua meditazione sono così possenti che nessun pericolo può avvicinarsi alla tua presenza”.
Hazur disse amorevolmente: “Oh Mayee (signora anziana), non ho fatto nulla. È la grazia del mio Maestro. Sta operando il suo potere, grazie al quale sono in grado di aiutare i satsanghi. È il seva del suo sangat che mi è stato dato di fare per sua grazia. Mayee Ji, dovresti essere grata a Lui. Agisce sempre con questo tipo di giochi con ogni satsanghi. È così potente che l’intero universo non può competere con Lui. Tutti gli esseri umani sono coinvolti nel mondo materialistico in modo tale da non riuscire a distinguere la sua grazia e il suo potere. Bene, Mayee Ji, considerati la più fortunata perché il potere del Satguru sta operando in te. Mayee Ji, ora sai per certo che il Satguru è sempre presente ovunque e in tutti, inoltre è al fianco dei suoi cari nelle avversità. Nessuno ti aiuta in questo mondo tranne il Maestro. Dedica sempre più tempo al Simran e alla meditazione senza guardare altrove. Tieni sempre presente che il Maestro è con te”.
Il Satguru era grande perché aveva il potere più alto, ma non lo mostrava mai a nessuno. Hazur disse di nuovo a Mayee Ji: “D’accordo, Mayee Ji, ora riposati. Sono molto felice con te. Lui non è mai separato da noi”. Mayee Ji salutò Hazur e poi se ne andò. Data Ji si riposò un po’ e poi la sera tenne il Satsang. Il figlio di Pandit Ji gli scattò alcune foto, e le ho ancora.
La mattina successiva Hazur era pronto per visitare il Gurdwara, il luogo sacro del decimo Guru Gobind Singh Ji. Fece il bagno, bevve il latte e chiamò Pandit Ji per fargli sapere che era pronto per andare a vedere il Gurdwara. Quando arrivò Pandit Ji, Hazur gli chiese se fosse stato lì prima e se fosse disposto ad accompagnarlo. Poi Hazur mi domandò se volessi andare con lui. Dissi: “I Gurdwara sono costruiti dai Guru. Per me sei l’unico Guru. Vai Satguru Ji. Vedo il Gurdwara nell’intimo ogni giorno”. Hazur disse: “Hai ragione, difficilmente si può capire questo. Vedi quante persone sono pronte per venire con me? Cosa posso dire loro? Va bene Bibi, sono molto felice con te”.
Dissi: “D’accordo, Satguru Ji, va’ a vedere il Gurdwara e io ti laverò i vestiti a casa”. Hazur disse: “Va bene, Bibi, come desideri. Non restare inattiva”.
Detto questo, Data Ji rise, si sedette nell’automobile e andò a vistare il Gurdwara. Molte persone lo seguirono. Andò a vederne altri costruiti dal decimo Guru Ji. Il sacerdote capo del Gurdwara diede un caloroso benvenuto ad Hazur. Lui, ogni volta che andò a ogni Gurdwara, diede del denaro e il sacerdote gli consegnò un pezzo di stoffa toccato dal Guru Granth Sahib Ji. Ne ho ancora uno. Quando Hazur tornò, il suo viso splendeva come il sole. Era insopportabile, come se numerosi raggi di luce brillassero intorno al viso. Camminava con una bella andatura. Tutto il sangat attorno a lui gioiva della sua bellezza. Quando salì le scale nella sua stanza, disse: “Guarda Bibi, ho visto tutti i Gurdwara, ma troppe persone vivono intorno agli edifici del Gurdwara”. Risposi: “Quando i Santi vengono nel mondo, aumentano la popolazione, ma quando se ne vanno, non succede lo stesso”. Hazur disse: “Sì, Bibi, il giardino è bellissimo quando c’è il giardiniere. Quando il giardiniere pianta, si preoccupa delle piante. Va in giardino per prendersene cura tutti i giorni e per controllare se sono pronte a fiorire. Quando le vede sbocciare, è molto felice. Allo stesso modo i Santi vengono nel mondo per iniziare le persone e per rinverdire le loro anime, e con la meditazione le fanno sbocciare. I Santi sono sempre venuti. Sono venuti e continueranno a farlo nelle età future. Se non ci fossero Santi nel mondo, questo sarebbe ridotto in cenere”. Aggiunse: “Kako, tutti i sacerdoti mi hanno dato il benvenuto ed erano molto felici. Mi hanno dato i biscotti di zucchero come parshad. Sono stati molto felici di vedermi. Ho offerto cento rupie all’altare del Libro Sacro in ogni Gurdwara. Man Singh, il pathi, ha il mio parshad. Prendilo da lui. Hai pieno diritto”. Dissi: “Satguru Ji, sei Tu a darmi il parshad. Io non sono niente. Sono uguale al cane seduto alla tua porta”.
Data Ji prese il parshad da Man Singh, me lo diede e disse: “Bibi, tienilo”. Esclamai: “Bene, Hazur, ti ringrazio tantissimo per questa gentilezza”. Poi Hazur chiese il cibo e disse: “C’è molto lavoro da fare. Domani dobbiamo andare a casa di Mala Singh”. Dissi: “D’accordo, Satguru Ji”. Portai il cibo e Hazur mangiò.
Hazur mangiava sempre due tipi di verdure. Una era la zuppa di dahl e l’altra era costituita da verdure verdi con due ciapati sottili e di piccole dimensioni. Se dall’entusiasmo portavo qualche portata di dolce in più come il budino di riso, lo metteva fuori dal piatto. Oppure, se lo voleva, non mangiava il resto. Non beveva molto. Mangiava sempre cibo equilibrato. Se un giorno dicevo: “Hazur, mangia di più. Lavori molto e lavori tutto il giorno e la notte”, allora Hazur rispondeva: “No, non lavoro con la forza del cibo. Lavoro con la forza del mio Maestro”. Dicevo: “Hazur, il cibo che mangi non è abbastanza per te. Non mangi abbastanza per saziare un bambino”, al che ribatteva: “Anche i Santi sono bambini. Guru Sahib ha lasciato i suoi scritti sui bambini”.

(Nota del traduttore: dice che i bambini sono incuranti, i bambini sono senza preoccupazioni e sono sempre felici di quello che hanno. Non hanno attaccamento, nel senso che non sono legati a niente. Hanno solo fame di amore. Quindi anche i Santi sono come i bambini. Sono sempre affamati del vero amore.)

Dopo questo Hazur si sedette in meditazione. La sera tenne il Satsang. La moglie di Pandit disse che se Satguru Ji avesse guardato i vestiti delle spose, sarebbe stata una benedizione e che gli ornamenti sarebbero stati parshad. Dissi ad Hazur: “Hazur, la moglie di Pandit vuole le tue benedizioni per gli abiti da sposa e gli ornamenti, quindi per favore guardali”. Hazur rispose che non poteva in quel momento perché molte persone erano intorno a lui. Di notte ci sarebbero state meno persone, quindi confermò che le avrebbe guardate di notte. E gli ornamenti sono molto costosi, non dovrebbero essere mostrati alla gente.
Quando Hazur fu pronto per andare a letto, mi chiamò per portare i vestiti delle spose e gli ornamenti. In quel momento il figlio minore del pandit, Shadi Lalchand, e sua moglie erano nella stanza. C’erano anche i figli del pandit e la nuora. Balwant Kaur mi dava ogni vestito e ornamento, e io li passavo ad Hazur uno per uno; lui me li restituiva. Hazur mi disse: “Kako, prenditene cura”. Balwant Kaur mise tutte le cose nella scatola ed era felicissima. Hazur disse a Pandit Ji: “Guarda il percorso che va al mercato. Segui quello. Il percorso dall’altra parte del mercato non va bene”. Pandit Ji disse: “D’accordo, Sache Patshah Ji, seguirò il percorso che mi hai suggerito”.
Poi Hazur riposò brevemente e mi disse: “Kako, passeremo la notte a casa di Mala Singh”. Tutti quelli che erano seduti nella stanza, uscirono e mi chiesero perché Hazur volesse passare la notte a casa di Mala Singh. Era un uomo molto povero e non aveva abbastanza spazio per ospitare Hazur. Confermai che Hazur stesso aveva detto a Mala Singh che sarebbe rimasto la notte a casa sua sulla via del ritorno. Hazur sentì il nostro discorso e disse: “Di cosa stai parlando? Non sono d’accordo con te. Mala Singh è un buon meditatore ed è un vero devoto. Io sono uguale per tutti”. Mentre Hazur si stava lavando le mani e gli stavo versando l’acqua, dissi che Mala Singh aveva una casetta e che la sua casa non andava bene per farlo restare la notte; gli diedi l’asciugamano e continuai dicendo che quella sera erano presenti tantissime persone per l’iniziazione. Hazur disse: “Ascolta, Bibi, devo stare a casa sua. Mi ama molto. Rispetto il suo amore per me. Non vedo alcuna differenza tra un posto buono e uno cattivo. Guardo solo la sua vera devozione. E per l’iniziazione, non la darò stasera. Sebbene tutte le persone abbiano le loro richieste, non la meritano perché hanno dato molti problemi al Satguru”. Dissi: “Chiedo scusa, per favore, non riesco a capire quale sia il tuo desiderio. Non siamo tutti consapevoli del futuro. Tu sai meglio cosa ci aspetta”. Hazur disse: “Kako, non ascoltare gli altri. Mi ascolti sempre”. Dissi: “Bene, Sache Patshah Ji”. Allora Hazur disse: “Fammi fare il bagno e prepara il cibo. Dopo pranzo devo vedere il sangat e il povero Mala Singh. Potrebbe aspettarmi fuori. Lasciami soddisfare il suo desiderio”. Non appena uscii, tutti mi chiesero se Hazur avesse accettato di non passare la notte a casa di Mala Singh. Risposi: “I Santi amano la vera devozione. Quindi non dovremmo impedire loro di fare qualsiasi cosa. Dovremmo accettare quello che vogliono fare”.
Hazur uscì e diede il darshan a tutti. Poi entrò e mangiò. A quel punto Pandit Ji venne a salutarlo. Hazur gli disse: “Sono molto felice con te. Hai fatto un buon seva per tutti noi. Fa’ sempre più Simran e bhajan, c’è molta grazia su di te. La forma del Satguru dello Shabd ti aiuterà per il matrimonio. Il Naam è il sommo Potere in tutti noi. Usalo al meglio. Solo il più fortunato può ottenerlo. Perciò qualunque cosa tu ottenga per tua fortuna, rispetta sempre quella ricchezza. Non sprecarla. Voglio dire, presta molta attenzione al bhajan e al Simran. Ogni respiro è prezioso, ha un valore illimitato. Non disperderlo senza motivo”. (Pandit Ji stava versando lacrime nel sentire tutto questo da Hazur.) Proseguì: “Non piangere. I bambini non piangono. Io sono sempre con te, dal giorno in cui il Satguru ti ha dato l’iniziazione. Da quel giorno il Satguru si assume la piena responsabilità del discepolo e gli sta accanto. Ma il devoto non può capirlo. Se il meditatore è regolare e puntuale in meditazione, solo allora può vedere il Maestro che fa tutto per lui. Bulleh Shah, un famoso Santo, ha detto nei suoi scritti: ‘Non siamo separati da Lui, ma non abbiamo occhi per vederlo. Senza il Guru non c’è nessuno per noi’”. Dopo aver detto queste parole amorevoli, Hazur si preparò per andare. Quando salì sull’automobile, si erano radunati tantissimi satsanghi. Non c’era posto dove stare, perché Hazur era seduto nell’automobile ed eravamo tutti seduti dietro l’auto su cui viaggiava.
Lungo la strada c’era un bellissimo giardino e Hazur si fermò perché voleva che la nostra macchina partisse per prima. C’era un piccolo ruscello sulla strada da attraversare. Anche Lalchand era nella nostra automobile perché era venuto con noi a salutare Hazur. Nel ruscello scorreva acqua profonda, quindi Hazur voleva controllare che non entrasse nell’auto. Quando vide la nostra macchina in acqua, chiese a Lalchand se quello fosse lo stesso ruscello che proviene da Sirsa, la sua città. Lalchand disse ad Hazur che era lo stesso. Dissi: “Una volta l’abbiamo attraversato e l’autista ha fatto sommergere i sevadar d’acqua. Potrebbe succederci di nuovo”. Hazur rise forte e disse: “Kako, a quel tempo eravamo a cavallo e ora sei in un’auto e nessuno può farti annegare. Ecco perché sono dietro di te. Figlia mia, non preoccuparti. Nessuno può nemmeno guardarti in mia presenza”. Verso le 14:00 arrivammo a casa di Mala Singh.


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