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Inserito il - 07 Novembre 2020 :  09:39:55  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
La storia di Wazirabad
Storia 19

dal libro “Memories of Sawan” di Bibi Lajo

Bibi Lajo servì, cucinò, accompagnò nei viaggi e si prese cura per quarant’anni di Baba Sawan Singh. Dopo la dipartita del grande Maestro, decise di suicidarsi, ma la voce del Guru le impedì di farlo. Allora scelse di scrivere tutte le esperienze e le storie che aveva vissuto con Lui. Ne fu testimone oculare e sono tratte dalla sua esperienza personale. Il grande Maestro la chiamava “Kako” (che significa “figlia”) mentre lei si rivolgeva a Lui con queste parole: “Sache Patshah” (“Vero Imperatore”). In seguito sedette ai piedi di Sant Kirpal Singh Ji.

Hazur, il Sommo Misericordioso, raggiunse la casa di Milkhichand. C’erano migliaia e migliaia di persone che erano ricolme d’amore per Hazur e lo stavano aspettando. I loro volti sbocciarono di gioia al suo arrivo. Data Ji, per prima cosa, diede il darshan a tutti e li rese ancora più felici con le sue benedizioni. Si sedette sul podio e pronunciò il Satsang. Tutti erano oltremodo felici dopo aver assistito al Satsang. Hazur era meraviglioso. Anche le lune erano timide davanti a Lui, per non parlare degli altri esseri umani! Anche se uno soffriva molto, dimenticava i propri dolori alla sua presenza.
Fu allestita una bella casa per il suo soggiorno. Dopo aver fatto il bagno, mangiò e poi dedicò un po’ di tempo a Milkhichand e alla sua famiglia. Dissi: “Data Ji, hai viaggiato molto, hai tenuto il Satsang e hai incontrato il sangat. Ora riposati, per favore, perché terrai di nuovo il Satsang al mattino”. Data Ji disse: “Va bene, Bibi Ji. Adesso mi riposerò un po’. Sì, miei cari, andate anche voi a riposarvi. A Bibi non sfugge nulla e ha ragione perché mi dimentico di mangiare mentre sono con il sangat, se lei non me lo ricorda, e raramente mi riposo. Quindi tutti voi, andate ora a riposarvi, magari siete stanchi anche voi. Domattina avrete molto seva da fare”.
Il sangat se ne andò salutando Hazur. La mattina successiva Hazur tenne il Satsang, dopo di che iniziò trecento persone e consigliò di fare regolarmente il Simran e il bhajan. Poi disse: “Non c’è niente tranne il Naam. Ripetetelo il più possibile. Nel Kali Yuga (Età del Ferro) il karma e il dharma non hanno valore. Ora vi suggerisco di fare molto Simran e bhajan. È il vostro lavoro”. Alla partenza c’era un musulmano che viveva accanto alla casa di Milkhichand. Milkhichand chiese ad Hazur: “Data Ji, vuoi che usi la sua casa per il sangat?” Hazur rimase in silenzio e poi finalmente disse: “No, fratello! Vediamo cosa succede”. Sentendo queste parole restammo tutti in silenzio. Hazur voleva dirci qualcosa, ma non pronunciammo una parola.
La sera Hazur tenne il Satsang e chiamò Milkhichand con la famiglia. Data Ji diede loro le sue benedizioni e toccò la testa a tutti. Fu molto clemente e disse: “Kako, dammi trenta rupie”. Diede trenta rupie a Milkhichand e affermò: “Sono molto felice con te”. Milkhichand esclamò: “No, Hazur, è troppo”. “No, fratello, prendilo. È dalla mia pensione”. Shadi, il sevadar di Hazur, disse: “Per favore, accetta i soldi. Sono parshad”. Data Ji era perso nei pensieri interiori. La mattina alle 5:00 lasciò il palazzo dando il santo darshan e suggerendo al sangat di fare Simran e bhajan. Sulla strada diede il darshan a tutti e raggiunse Gujranwale (una città in Pakistan.)


La storia di Gujranwale
Storia 20


Hazur Data Ji raggiunse Gujranwale come le onde dell’oceano che sprizzano l’acqua del suo amore al sangat. Sceso dall’auto, diede il darshan pieno di luce spirituale. Il sangat fu felicissimo di avere un darshan così potente.
Hazur si sedette sul podio all’interno della casa e diede il Satsang. Il soggiorno fu organizzato nella casa di Parkhadial, il giudice della zona. Dopo aver dato il Satsang, Hazur andò a casa del giudice, la cui moglie era un simbolo di amore e pazienza. Mi parlava come fossi sua figlia. Amava Hazur, ma aveva un po’ di timore a presentarsi davanti a Lui. Il suo nome era Prakash, che significa “piena di luce”, ed era proprio così. Decorò la stanza di Hazur con amore e devozione. Hazur raggiunse la stanza con la sua porta imponente. Prakash chinò la testa più volte e ringraziò Hazur. Era così felice e disse: “Bibi, Hazur, per favore, venite nella casa di questa donna peccatrice”. Dissi ad Hazur: “Sta diventando pazza per il tuo amore”. Data Ji disse: “Bibi, queste anime sono destinate a Sach Khand. È una vera immagine dell’amore spirituale”. La portai al cospetto di Hazur. Stava prendendo il darshan di Hazur da lontano. Diceva: “Bibi, Din Dyal è un potere così sacro. Come possiamo noi peccatori stare davanti a Lui?” La portai coraggiosamente davanti ad Hazur. Hazur disse con un tono molto amorevole: “Vieni, figlia mia, sono molto felice con te. Rispetto il tuo amore e la tua devozione. Possa Swami Ji benedirti con più devozione e servizio per il sangat!” Sache Patshah le toccò la testa e le diede le sue benedizioni; lei era estasiata.
Poi Hazur mi disse che voleva fare un bagno. Fece un bagno, mangiò e si perse nei suoi santi pensieri. La sera tenne il Satsang. Il giudice organizzò ogni cosa per la comodità di Hazur. Migliaia di persone ascoltarono il Satsang e furono risvegliate spiritualmente. Il secondo giorno Hazur iniziò quattrocento uomini e donne. Disse ancora: “Figli e figlie, continuate a fare Simran e bhajan. Incontrate il Guru mentre siete vivi. Fare questo tipo di pratica è il vostro primo e più importante dovere nella vita”.
La sera tenne il Satsang e quella notte mi ordinò di chiamare il giudice con i figli: “Possono venire a sedersi e passare un po’ di tempo con me. Sia il marito sia la moglie sono molto affettuosi, mi fa piacere vederli”. Risposi: “Data Ji, Prakash appartiene a una famiglia reale eppure lavora ancora con le sue mani in casa. Di notte serve personalmente il latte a tutti i satsanghi e poi va a letto a mezzanotte”. Data Ji disse: “Ben fatto, figlia. I regni vengono con noi solo facendo seva. Il seva è il lavoro migliore”.

La gente mangia noci di betel e mastica tabacco.
Coloro che non ricordano mai il Guru o Dio, vengono catturati da Kal, il Dio della Morte.
Nella Corte della Verità si rispettano solamente il seva e il bhajan.
Non c’è rispetto per i regni.

“Chi lo dice? È proprio vero”, dichiarò Sache Patshah. “Tu conosci ogni cosa. Come può la jiva conoscere la volontà di Hazur? Possono sapere solo quelli ai quali vuoi far sapere”. Data Ji dedicò un’ora al giudice e alla famiglia, benedicendoli con tutta la sua grazia. Diede quaranta rupie ai figli e ottenne il permesso per la partenza al mattino. Data Ji rigettò sempre la pigrizia e si alzò alle 5:00 per prepararsi. Alle 6:00 diede il darshan e salì in macchina. Sul tragitto elargì il darshan misericordioso al sangat rendendolo molto felice.

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