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Inserito il - 03 Ottobre 2020 :  09:46:35  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
La storia di Atabad
Storia 12

dal libro “Memories of Sawan” di Bibi Lajo

Bibi Lajo servì, cucinò, accompagnò nei viaggi e si prese cura per quarant’anni di Baba Sawan Singh. Dopo la dipartita del grande Maestro, decise di suicidarsi, ma la voce del Guru le impedì di farlo. Allora scelse di scrivere tutte le esperienze e le storie che aveva vissuto con Lui. Ne fu testimone oculare e sono tratte dalla sua esperienza personale. Il grande Maestro la chiamava “Kako” (che significa “figlia”) mentre lei si rivolgeva a Lui con queste parole: “Sache Patshah” (“Vero Imperatore”). In seguito sedette ai piedi di Sant Kirpal Singh Ji.


Dopo aver lasciato Kala Bagh, Hazur andò in un’altra città del Kashmir chiamata Atabad. Sul tragitto alcuni vecchi spazzavano la strada e la sgombravano dalle pietre mentre altri innaffiavano i campi. Hazur, con grande amore, scese dalla macchina e parlò con tutti: “Dimmi fratello, come stai? Come stanno i figli?” Domandai a Sache Patshah, il mio clemente Satguru: “Chi sono?” Hazur disse: “Kako! Alcuni erano miei impiegati, guardiani, servi, guardie e compagni durante il servizio. Quando svolgevo il mio lavoro, tutti mi amavano e meditavano con me. Ero molto felice con loro e sono lieto di vederli di nuovo”.
Arrivati ad Atabad c’era una lunga fila di satsanghi in attesa di Hazur. Guardando nella direzione della macchina dicevano: “Oh! È arrivato Hazur! È la macchina di Hazur!” Quando Sache Patshah li vide, rallentò la macchina. Scese dall’auto, andò incontro a tutti con amore e diede loro il darshan. Poi li chiamò uno per uno e disse ridendo: “Kako! Questa è la mia città e casa, poiché qua ho lavorato per molti giorni”. Aggiunse: “Li amo più dei miei figli. Amo i miei figli, ma amo queste persone quattro volte più dei miei figli”. Il sangat, infervorato di gioia, iniziò a dire: “Sache Satguru è meraviglioso”.
Sache Patshah fu portato in una grande casa che aveva un grande giardino nel cortile anteriore. Si sedette sulla sedia in giardino e iniziò a parlare con il sangat. C’era un uomo musulmano che aveva lavorato durante il periodo di servizio del Maestro in quella zona. Hazur chiese sul suo conto e disse: “Avvisatelo del mio arrivo”. Poi mandarono qualcuno a prenderlo; era un uomo ricco ed era un devoto di Hazur.
Quando ricevette la notizia, arrivò ai piedi di Hazur a mezzanotte nel freddo pungente. Giunse le mani e per amore di Hazur aveva le lacrime agli occhi. Affermò: “Oggi è un giorno molto fortunato perché Hazur mi ha dato il darshan”. In quel momento stavo cucinando del cibo per Hazur. Andai da lui e disse al musulmano: “È mia figlia, e fa tutto il seva per me. Stavo pensando che dovesse vederti”. L’uomo musulmano affermò: “Se è tua figlia, allora è anche mia figlia”. Hazur mi disse: “Kako, lui è un buon devoto, quindi fa’ il suo seva. Non vede alcuna differenza tra un indù e un musulmano. Amo coloro che meditano”. Portai per lui latte, frutta e alcuni dolci su un piatto. Hazur glieli diede con le sue mani morbide. Lui li sollevò tutti sopra la testa e ringraziò il Maestro: “Sono molto fortunato che Tu mi abbia elargito la grazia”. Mi disse: “Si può acquisire la regalità, ma non si può acquisire il parshad di Hazur da nessuna parte. Grazie ad Hazur per esserti ricordata di me”.
Finché Hazur rimase ad Atabad, quest’uomo venne mattina e sera per avere il suo darshan e per parlare con lui con profondo amore. Hazur mi disse: “Kako! Ti mostrerò la residenza, l’ufficio e gli alberi che piantai in Johnsy Road durante la mia permanenza qui”. Mi mostrò in quella zona tutto quello che aveva fatto durante il suo servizio. Ero accompagnata da molti satsanghi. Hazur gradiva i luoghi solitari all’epoca del servizio perché ha sempre amato meditare sin dall’inizio della sua vita. Tutto quello che fece per il benessere delle persone, solo Lui poteva fare queste cose.
I satsanghi sinceri dissero che, dopo essere andati in pensione quando Hazur se ne andò, tutti gli ingegneri che avevano preso parte al lavoro, lo apprezzarono sempre. Dopo aver guardato gli edifici che aveva ultimato, tutti lo ringraziavano e dicevano: “Questo posto è degno di adorazione”.
Mentre Hazur stava attraversando il mercato, la gente si chiedeva: “Chi è questo grande uomo che ha così tante persone dietro di sé?” Qualcuno suggerì: “È un Santo della Radha Swami”. Un vecchio disse: “Tutte queste persone sono fortunatissime ad avere un Santo così grande. Era un Santo quando svolgeva qui il suo lavoro ed era molto onesto, amorevole. Oggi non ci sono sufficienti parole elevate da dire in sua lode”.
Al ritorno Hazur si sedette sulla sedia e disse: “Probabilmente sarete tutti stanchi”. Rispondemmo in coro: “No Hazur, siamo fortunati ad avere liberamente il tuo darshan e a parlare con te”. Poi Hazur mi disse: “Solevo sempre dire al cuoco di cucinare il cibo per me e di prendere il resto. Al ritorno l’avrei mangiato freddo perché il cibo caldo non è nel mio destino. Quando rientravo dal lavoro, bevevo e meditavo. Continuavo a meditare fino a quando non sentivo beatitudine in meditazione. Ho sempre svolto il lavoro con grande leggerezza, come un gioco. Tutti gli ufficiali erano ben soddisfatti. Non avevo alcun problema. Il mio Maestro mi ha dato grande amore, mi ha benedetto con il tesoro del Naam e non lo meritavo affatto, ma Lui (Baba Jaimal Singh Ji) è stato molto clemente con me “.
Com’è grande Hazur che ha sempre ringraziato il suo Maestro per tutto ciò che ha ricevuto da lui e lo ha sempre lodato! Si considera sempre un servitore dei satsanghi. Con le sue parole amorevoli attirò tutti i satsanghi.
Poi disse al sangat: “Che cosa volete che faccia adesso?” Il sangat rispose: “Vogliamo il tesoro del bhajan e Simran. È l’unico desiderio che abbiamo”. Hazur disse: “Lo riceverete domani mattina”, in seguito mi disse: “Kako! Portami il cibo, mangerò ora in modo che tutto il sangat possa mangiare. Sono affamati”. Dopo aver mangiato, Hazur era perso in meditazione. La mattina successiva diede l’iniziazione a duecento persone. Così tanti ebbero esperienze ed erano illuminate. Alcuni di loro ebbero il darshan interiore.
Hazur disse: “Queste persone vivono su queste montagne e sono molto innocenti. Colgono rapidamente la Corrente della Luce interiore. Le loro menti sono pure e i loro cuori sono puliti. I vestiti bianchi si tingono subito. Ho dato loro l’iniziazione e domani partirò. È un lungo viaggio e ora gli iniziati sono molto legati”.
Tutti i satsanghi iniziarono a piangere e a dire che non avevano avuto abbastanza darshan. Hazur rise e disse: “I veri amanti non sono mai soddisfatti”. Poi mi disse: “Kako! Preparati per domattina. Dobbiamo partire per Peshawar da Rawalpindi (adesso in Pakistan)”. Alle 5:00 Hazur si preparò ed era in macchina alle 6:00. Molti satsanghi vennero a salutarlo e gli chiesero: “Per favore, torna presto”. Tutti piangevano. Hazur disse: “Kako! Sono legato al mio Maestro. Ovunque il Maestro sia felice, io sono felice lì. Apparteniamo tutti al Maestro”. Poi si fermò ed esclamò: “Figli miei, fate con vigore bhajan e Simran. Questa nascita è assai preziosa e la otteniamo solo per buona ventura. Quindi fate Simran e approfittate di questo corpo. Tutti i vostri averi rimangono qua nel mondo. Nessuno li ha mai portati con sé e nessuno li porterà mai. L’unica cosa che verrà con voi, è il Satguru e lo Shabd. Fate Simran e abbiate sempre timore del Maestro. Serbate amore e fede in lui. Sono molto felice con voi; siete veri amanti”.
Detto questo, benedisse tutti, salutò Radha Soami e partì per Rawalpindi. Il mio Satguru è grande. Non si curava della propria salute e continuava a dare amore e la ricchezza dell’iniziazione ovunque andasse; benedisse tutti.

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