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Inserito il - 12 Settembre 2020 :  07:33:26  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
Visita a Pehalgam, stazione climatica collinare
Storia 9

dal libro “Memories of Sawan” di Bibi Lajo

Bibi Lajo servì, cucinò, accompagnò nei viaggi e si prese cura per quarant’anni di Baba Sawan Singh. Dopo la dipartita del grande Maestro, decise di suicidarsi, ma la voce del Guru le impedì di farlo. Allora scelse di scrivere tutte le esperienze e le storie che aveva vissuto con Lui. Ne fu testimone oculare e sono tratte dalla sua esperienza personale. Il grande Maestro la chiamava “Kako” (che significa “figlia”) mentre lei si rivolgeva a Lui con queste parole: “Sache Patshah” (“Vero Imperatore”). In seguito sedette ai piedi di Sant Kirpal Singh Ji.


Questo è un luogo naturale. È la casa della natura, piena di fiori e alberi verdi; vi abbondano numerosi tipi di frutta. È pieno di sorgenti e alberi di noce. Un giorno Hazur disse: “Kako, oggi dovremmo andare a Pehalgam”, dove c’erano molti discepoli. Hazur mi chiese di preparare anche il cibo per il sangat, in modo che il sangat non saltasse i pasti e rimanesse affamato per amore. Hazur sedeva su una collina fortunata. Uno degli amati di Hazur era Nanak Singh, che veniva dalla città di Peshawar in Pakistan. Lui portò anche altro per cucinare.
Hazur mi disse di far mangiare prima il sangat. “Prima il sangat, io dopo” disse. Non c’era abbastanza farina, ma Hazur affermò: “Non finirà niente”. Ognuno mangiò a sazietà e alla fine rimasero ghi e farina. Poi mangiò Hazur. Soleva dire: “I Santi mangiano con il nome di Dio. Non gustano il cibo e innanzi tutto vedono Dio nel cibo”. Quindi gli piaceva sempre mangiare da solo nella sua stanza. Il sangat ebbe la grande beatitudine di avere il darshan del suo viso luminoso e rosaceo. Quando Hazur ebbe mangiato il cibo, mi chiese: “Kako, canta un bhajan”. “Quale vuoi che canti, Sache Patshah?” “Meharam hoyai so janai sadho aisa desh hamara”. Cantai il bhajan e nel frattempo si radunarono alcune persone. Il darshan di Hazur era traboccante di luminosità.
Chiesi ad Hazur se fossero venuti tutti per l’iniziazione. Hazur disse: “No, sono tutti coinvolti nella lussuria. Li ho incontrati solo per la loro bontà. Tutti gli alberi e gli uccelli intorno a loro prenderanno presto una nascita umana”. Domandai: “Che cosa sanno del Satguru?” Hazur disse: “I Santi non mostrano il loro potere interiore. Trattano tutti come un uomo tratta le creature”. Pronunciate queste parole, s’incamminò per tornare e il sangat lo seguì. Il suo viso era più luminoso del sole di mezzogiorno.

La storia della regina di Jamboo
Storia 10

Jamboo è una città nel nord dell’India ove regnava una regina. Bibi Rukmani, moglie di Jai Ram Das, era originaria di Amritsar, la famosa città con il Tempio d’Oro. Un giorno mi chiese di visitare la regina, che lei conosceva. Mi raccontò pure di quanto ella fosse spirituale. Mi consigliò di raccontarle storie spirituali e poi la regina avrebbe chiesto l’iniziazione ad Hazur. Eravamo tutti lì a Jamboo con Hazur. Quindi la regina voleva incontrare Hazur; i genitori di Rukmani vivevano a Jamboo ed è per questo che la conoscevano. Accettai il seva. Mentre stavamo parlando, Hazur ci osservava da lontano. Ci chiamò e disse: “Kako, di cosa stai parlando?” Chiesi ad Hazur il permesso di andare a vedere la regina e gli chiesi pure di iniziarla. Hazur esclamò: “L'iniziazione non è nel suo destino”. Domandai ad Hazur di vedere la regina e aggiunsi che era spirituale e che le sarebbe piaciuto avere il suo darshan. Hazur fu molto clemente e disse: “Provaci, ma non riuscirà mai a ottenere l’iniziazione. Appartiene alla famiglia reale ed è circondata dai reali, conduce una vita di lussi”.
Dopo aver avuto il suo permesso, andai con Rukhmani a vedere la regina, la quale ci diede il benvenuto e fu felicissima di vederci. Quando le parlammo del percorso spirituale e di Hazur, le chiedemmo di accompagnarci per vedere Hazur, che era in città. Disse che non poteva farlo a causa delle limitazioni imposte dalla tradizione della famiglia reale, ma sarebbe stata ben riconoscente di ospitare Hazur nel suo palazzo; voleva che lui vi tenesse il Satsang. Alcuni devoti in piedi pregarono pure Hazur di accettare la richiesta della regina e di soddisfare il suo desiderio. Il misericordioso Hazur accettò la richiesta e la regina fu informata della visita di Hazur al palazzo. Non appena la regina ricevette il messaggio, organizzò per il Satsang di Hazur.
Diede un caloroso benvenuto ad Hazur quando giunse al palazzo. Hazur tenne il Satsang e lei rimase molto impressionata. Quando Hazur stava per congedarsi, disse che sarebbe andata da lui per l’iniziazione.
Hazur rientrò e disse con fermezza che sebbene fosse pronta per l’iniziazione, non l’avrebbe ricevuta perché non era scritto nel suo destino. Disse: “L’iniziazione è una grande ricchezza e non tutti possono ottenerla facilmente, in ogni caso sono felice che sia pronta”.
Il giorno successivo la regina era pronta per venire a vedere Hazur. Tutti i sacerdoti del palazzo e gli insegnanti di corte le chiesero di non andare per il loro bene, poiché le tradizioni indù connesse alla religione sarebbero state compromesse ed era pure contrario al culto del tempio nel palazzo. La gente avrebbe pensato male di lei. A questo punto cambiò idea e non andò da Hazur per l’iniziazione. La stavamo aspettando perché eravamo sicuri del suo arrivo. Hazur continuò a dire che non sarebbe mai venuta. Quando inviò il messaggio che non veniva a causa delle limitazioni reali, Hazur disse: “Ora sapete tutti perché non è venuta. I sacerdoti reali l’hanno fuorviata per i loro scopi egoistici, proprio quando era veramente pronta per ricevere l’iniziazione. È molto difficile sbarazzarsi dei lussi reali. Ma la regina ha avuto il darshan del perfetto Maestro e ha partecipato al Satsang. Per lo meno ha acquisito una conoscenza migliore pur conducendo la vita di corte. Ha migliorato la sua vita spirituale, e altri nel palazzo hanno tratto giovamento dal Satsang e dal darshan. Ma ha perso l’opportunità d’oro della sua vita”.

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