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Inserito il - 04 Settembre 2020 :  08:20:30  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente

La clemenza dei Santi
Storia 7

dal libro “Memories of Sawan” di Bibi Lajo

Bibi Lajo servì, cucinò, accompagnò nei viaggi e si prese cura per quarant’anni di Baba Sawan Singh. Dopo la dipartita del grande Maestro, decise di suicidarsi, ma la voce del Guru le impedì di farlo. Allora scelse di scrivere tutte le esperienze e le storie che aveva vissuto con Lui. Ne fu testimone oculare e sono tratte dalla sua esperienza personale. Il grande Maestro la chiamava “Kako” (che significa “figlia”) mentre lei si rivolgeva a Lui con queste parole: “Sache Patshah” (“Vero Imperatore”). In seguito sedette ai piedi di Sant Kirpal Singh Ji.


Un giorno, dopo che Hazur ebbe finito il Satsang, arrivarono alcune donne a chiedere il suo darshan. Lo riferii ad Hazur, il quale sorrise ed entrò nella sua stanza. Lo seguii e di nuovo chiesi il darshan per queste donne poiché avevano bisogno della sua grazia. Disse: “La grazia è sempre lì per chiunque voglia riceverla”. Esclamai: “Tutti vogliono la tua grazia”, al che Hazur affermò: “Vado ogni giorno da tutti per distribuire la grazia di Baba Ji, ma solamente pochissimi sono lì per riceverla”. Chiesi a che ora va. Satguru Ji sorrise e disse: “Vado da tutti dalle 2:00 alle 6:00. Alcuni stanno dormendo, alcuni sono impegnati nei loro bisogni quotidiani e altri sono impegnati nei lussi e nella lussuria. Solo pochi devoti sono seduti in meditazione, ma anche loro sono mezzi addormentati. Se ne trovano solo uno o due che ricevono la grazia dal mio cesto. Quelle signore desiderano il darshan del Maestro, quindi lo darò unicamente a loro, poi tornerò con il resto della grazia nel mio cesto. Il cesto è pieno della grazia del mio Guru Baba Jaimal Singh Ji”. Hazur mi stava dicendo la pura verità. Diceva: “Se il bambino non piange, anche la madre non lo nutre”.

Storia del Kashmir
Storia 8


Il Kashmir è uno stato dell’India settentrionale all’interno dell’Himalaya. Hazur prediligeva le colline e le valli del Kashmir. Molte persone serbavano un grande amore per lui da quando aveva lavorato come ingegnere sotto il dominio britannico in India. Alcuni dei viaggi più belli furono in queste zone dove era stato durante il suo servizio. Durante il suo servizio conobbe queste persone e si ricordò di loro quando andò lì come perfetto Maestro. Tutti gli anziani venivano a incontrarlo ogni giorno.
Così una volta Hazur Sache Patshah pensò di andare in Kashmir dalla dera di Beas. Deputy Hamaryan (Rai Sahib) era solito andare con lui. Portava anche me. Hazur mi disse: “Kako, preparati. Ho programmato di rimanere in Kashmir per quattro giorni”. Ero pronta a raccogliere tutti gli utensili, il cibo e i suoi vestiti, poiché Hazur non mangiava il cibo dalle case delle persone. Deputy Hamaryan era gelosissimo di me e aveva un carattere parecchio irascibile. Mi calunniava pure alle spalle. Quindi suggerì ad Hazur di non portarmi questa volta. Hazur disse: “Ho già parlato del giro e le ho detto di prepararsi; non le impedirò di venire. Non voglio spezzarle il cuore. Lei viaggia sempre con me e si prende cura del mio cibo, dei miei vestiti”. Alla fine acconsentì e affermò: “D’accordo, Kako, rimani qui a Beas”. Quando Hazur entrò, gli confermai che era tutto pronto per lui per partire per il Kashmir l’indomani. Hazur disse con amore: “No, Bibi abbiamo cancellato il giro nel Kashmir”. Esclamai: “No, Hazur, non annullare il giro. Io non verrò questa volta perché una gran parte del sangat ti sta aspettando. Bramano il tuo darshan e io rimarrò, felicemente per il loro bene”. Hazur, Sache Patshah (il vero Dio), affermò: “Sono molto felice che affronti queste difficoltà con coraggio e in silenzio. Non stare male per nessuno a Beas, non devi stare male, ora chiedi tutto quello che vuoi”. Dissi: “Non voglio niente tranne te e la tua presenza”. Pronunciai queste parole, ma ero tristissima perché non mi ero mai allontanata da Lui.
Hazur stava parlando con Amaranth, una satsanghi di Amritsar, che era in piedi nella sua stanza. Mi trovavo a poca distanza da loro. Hazur conosceva il mio cuore e mi chiamò: “Kako, vieni qui”. Amaranth disse: “Bibi sembra molto triste e sta piangendo”. Hazur disse: “Chi ferisce il cuore di qualcuno, il Guru ferisce pure quella persona. Vediamo cosa succederà. La chiamerò da lì entro otto giorni”. Quando Hazur stava per andarsene, Deputy Hamaryan mi prese in giro: “Tu non verrai… noi ce ne andiamo adesso”. Risposi: “È la volontà del mio Satguru, ma non ti piacerà essere lì”, dopo di che partirono per il Kashmir.
In assenza di Hazur il mio cuore era in fiamme. Per quattro o cinque giorni il mio cuore agognava Hazur ed ero proprio come un pesce fuor d’acqua. Non appena Hazur ebbe raggiunto Kud (una città sull’Himalaya), Deputy Rai Sahib si ammalò di febbre a 40. Viaggiò comunque con la febbre alta e si tramutò in polmonite. I medici si rifiutarono di curarlo nelle sue condizioni critiche in quanto non era guaribile. Hazur scrisse una lettera a Bhagat Singh a Jallandhar (una città a quaranta chilometri da Beas). Hazur disse a Rai Sahib, che era malato: “Ascolta, hai lasciato Bibi Lajo contro la sua volontà ed era molto triste”. Hazur pronunciò le parole: “Se Hari (Dio) è la vittima, allora il Guru può proteggerlo. Se il Guru è la vittima, allora il devoto può proteggerlo. Ma se il devoto è la vittima, chi può proteggerlo? Ferire il cuore di qualcuno è un grave peccato, a volte costa la vita”. Allora Rai Sahib disse: “Per favore, manda un telegramma e chiama subito Bibi”. Hazur rispose: “Posso inviare il telegramma proprio ora a nome tuo”.
A Beas dormivo nel dolore della separazione dal mio amato Guru. In sogno Hazur venne e mi disse: “Non preoccuparti Bibi, verrai qui presto e dopodomani sarai con me”. Quando mi svegliai la mattina, vidi Draupati in piedi di fronte a me che disse: “Bibi, Gulab Singh (un devoto) ti sta chiamando”. Sentendo le sue parole fui sorpresa di sapere che Hazur aveva inviato un telegramma. Diceva che il caposquadra aveva un telegramma per me e poi si rallegrò con me, poiché il messaggio nel telegramma riportava che Hazur mi diceva di raggiungerlo presto. Presi subito il tonga (veicolo a due ruote trainato da un cavallo), il mio bagaglio e intrapresi il viaggio.
A quel tempo a Beas era in corso la costruzione delle stanze in cui dovevano soggiornare i devoti di Amritsar. Diedi la paga agli operai e poi presi il treno, che era pronto per partire alle 21:30. Arrivai a Jammu (una città del Kashmir) alle 6:00. Non appena scesi, vidi un ragazzo, Mulakh Raj, in piedi vicino alla porta del treno. Sembrava che fosse lì per ricevermi. Mi guardò e chiese: “Bibi Ji, dove stai andando?” Risposi: “Vado a vedere Hazur; da dove vieni?” Disse: “Il figlio di mio zio è morto, quindi sono venuto a salutarli. Sono appena saliti sul treno e io sto tornando a casa. Ero lì in piedi e ho visto Hazur che mi ha detto: ‘Vai a vedere nello scompartimento delle signore’. Così sono venuto qui”. Mi chiese se ci fosse qualcuno con me. Risposi: “Satguru Ji è con me”. Anche Mulakh Raj e sua moglie vennero con me per avere il darshan di Hazur. Passammo la notte a centotrenta chilometri da Hazur. Nel mercato trovai manghi davvero deliziosi e ne acquistai quattro chili; li tenni nel cesto. Prendemmo la corriera e dissi all’autista che dovevamo raggiungere il Kashmir entro le 24:00.
Poi prendemmo il tonga e arrivammo a casa di Bhagwant Singh. Chiesi di Hazur e lui disse che era a Srinagar, che si trovava un po’ più lontano. Così mi sedetti sullo stesso carretto dei cavalli e raggiunsi Srinagar alla residenza del Maestro. Quando salii il primo gradino, vidi la cuoca di Hazur, Krishana, che stava portando il cibo ad Hazur e le presi il vassoio del cibo per andare da lui. Il misericordioso Satguru mi guardò e disse con grande affetto: “Kako! Hai comprato dei manghi, portali e me li gusterò. Te ne sei preso cura per tutto il tempo”. M’inchinai ad Hazur e lui mi mise la mano sulla testa; incominciò a mangiare i manghi e gli piacquero molto. Sapeva tutto. Chiesi: “Satguru Ji, come sta Rai Sahib?” Hazur rispose: “Tutti i medici si sono rifiutati di curarlo ed è in condizioni assai critiche”. Hazur sa tutto; lodava sempre il suo Guru Baba Jaimal Singh, lo amava e lasciava sempre tutto nelle sue mani. Disse: “Andiamo da Rai Sahib, sta piangendo malinconicamente. Ho anche chiesto al mio Maestro per conto suo”. Implorai Hazur di tenerlo in vita. Disse: “Kako! Il mio Maestro gli elargirà la grazia”. Pronunciate queste parole, si sedette in meditazione dalle otto di sera alle otto di mattina.
Tutti i medici chiamavano per sapere se Rai Sahib fosse ancora vivo o no. Al mattino Hazur andò da lui per chiedergli come stava. Rai Sahib disse: “Hai elargito la grazia, posso sentire lo Shabd (Suono interiore) e avere il tuo darshan interiore”. Hazur esclamò: “Baba Ji, il mio Maestro ti ha benedetto con altri sei anni di vita. Da adesso comincia a fare molto Simran e a meditare molto”. Lentamente ma inevitabilmente si riprese e continuò a migliorare. Il Satguru ha sempre benedetto tutti con la sua grazia.

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