Danza, o mente
Sant Sadhu Ram Ji

27 settembre 2002, Delhi, India

 


Amato Sadh Sangat del mio amato Satguru, Sant Ajaib Singh Ji, vi do il benvenuto. Sono grato al mio Gurudev che ci ha riuniti qui nel suo amore e rimembranza. Siamo venuti per uno scopo elevato e nobile, e prego affinché i desideri che vi hanno portato qua, possano essere adempiuti. Abbiamo appena cantato dei bhajan nel suo amore. Se ci raduniamo e facciamo questo nel suo amore il più spesso possibile, allora la mente si sentirà ispirata a rivolgersi al Guru e raggiungeremo subito la nostra meta.

Danza, o mente, danza di fronte al Satguru.
Canta le lodi del Satguru affinché tu possa recidere il peccato della nascita.
Non c’è liberazione senza la meditazione di Dio; consacrati a Colui che è dentro il tuo corpo. Non abbandoni l’oro e la donna - perché sei coinvolto in questa Maya dei tre guna?
Senza il Satguru nessuno è tuo compagno - né il figlio né il padre.

Abbiamo scelto un bhajan di Mastana Ji in cui ci parla di quello che i Santi, gli amati di Dio fanno per noi. Quando andiamo dal Satguru, lui concede alle nostre anime il dono dello Shabd Naam. Kabir Sahib dice: “Se volete incontrare il Satguru, non portate nulla con voi, lasciatevi dietro l’orgoglio e la maya (illusione)”. Di che cosa siamo fieri? Della ricchezza o del corpo attraente? Se siamo attratti dall’oro e dai corpi belli, dovremmo ricordare che sono manifestazioni della maya. Anche l’attaccamento alle cose esterne è maya. Dunque tutte le cose connesse con il corpo sono create dal gioco della mente e della maya.
Che cosa ci consigliano i beneamati di Dio che hanno manifestato Dio nell’intimo e che vivono in base ai suoi ordini? Ci spiegano: “Miei cari, in questo mondo mortale dove vivete, nessuno vi appartiene. Fate il vostro lavoro, prendetevi cura dei figli ma senza attaccarvi a loro”.
Che cosa significa attaccamento? Prendete l’esempio di una ragazza quando si sposa. In India quando il padre e la madre organizzano il matrimonio, la ragazza va a casa del marito; poco per volta se ne innamora. Se prima del matrimonio qualcuno le dicesse di rompere l’attaccamento alla propria famiglia e di voltare le spalle alla madre, al padre, non sarebbe possibile. Perché? Perché ama ed è attaccata alla propria famiglia. Ma quando si sposa e si trasferisce dal marito, quella diventa la sua casa. Avrà figli, vivrà con il marito e poco per volta il suo amore si attaccherà ai piedi del marito. La stessa cosa vale nel campo della spiritualità. Ora l’anima è attaccata al mondo, ma quando andiamo alla corte del Guru e pratichiamo la devozione, poco per volta l’anima si attacca al Satguru tralasciando l’attaccamento al mondo.
Dio dimora in ognuno. Il Maestro Kirpal ci ha detto che l’anima del discepolo è sposata al Guru e questi risiede dentro il discepolo nella forma dello Shabd. Se critichiamo o detestiamo qualcuno, critichiamo e detestiamo il Guru e Dio. Quale beneficio trarremo dall’atteggiamento critico e dall’odio? Assolutamente nessuno. Lui risiede dentro di noi e conosce ogni cosa. Kabir Sahib dice: “Il Signore è presente in ogni dove e si prende cura di tutti. Ovunque guardi, scorgo solo lui”.

Hanno montato il mercato dell’orgoglio e dell’egoismo; risuona il tamburo del dio della lussuria e la Dama dell’Attaccamento danza.
Rompendo l’amore con i cinque ladri, pratica la rimembranza del Satguru.

Chi sono i cinque ladri? Lussuria, ira, avidità, attaccamento ed egoismo. Come possiamo salvarci da questi cinque ladri che sono dentro il corpo? Se ci dedichiamo senza indugio alla meditazione quando il Satguru ci dà il proprio impulso di vita e ci concede l’iniziazione al Naam, incontriamo subito il Maestro. E dovremmo seguire qualsiasi ordine o istruzione del Guru. Se subito dopo l’iniziazione i discepoli modelleranno la propria vita secondo gli ordini del Guru, riusciranno a parlare con il Guru interiore. Infatti in quel momento il nostro amore, che è rimasto assopito da nascite e nascite, viene risvegliato e se facciamo con sincerità di cuore il Simran, capiamo come meditare in modo corretto. Se a quel tempo non impariamo a farlo correttamente, svilupperemo soltanto amore per le foto del Guru. L’amore per le foto non è negativo, ma non troveremo nessuna liberazione in una fotografia. Dobbiamo fare il Simran dei cinque Shabd. Nel Guru Granth Sahib è scritto: “Questi cinque Shabd risuonano nell’intimo”. Il Satguru è competente, ha la conoscenza. Lui dà i cinque nomi e noi dobbiamo fare il Simran di quei cinque nomi o Shabd. Lui è la forma dello Shabd e dovremmo avere il suo darshan interiore.

Gorakh Nath e Machinder furono sconfitti quando gli occhi della Maya lampeggiarono di collera. La Maya salì su Gorakh Nath e lo speronò, rendendolo il proprio cavallo. Poi disse: “Evviva! Evviva! Il mio bel cavallo danza da solo!”. Canta le lodi del Satguru affinché tu possa recidere il peccato della nascita.
Brahma, Vishnu e Shiva Ji furono sconfitti quando la Maya mostrò la propria bellezza; camuffandosi da Bhasma Sur, prese Shiva Ji e lo colpì. Il tridente di Shiva - l’arma più potente - si ruppe quando fu trascinato dal dio della lussuria. Canta le lodi del Satguru affinché tu possa recidere il peccato della nascita.


Maharaj Sawan Ji ha scritto a proposito di un fachiro musulmano, che era un devoto di Dio. Ricevette l’iniziazione al Naam e in seguito si consacrò alla meditazione. Per guadagnarsi da vivere tagliava la legna nella foresta e trascorreva la maggior parte del tempo nella devozione. Un giorno mentre stava andando al mercato per vendere la legna, vide alcuni jalabi (dei dolci) e la sua mente pensò: “Mangiamo qualche jalabi”. La sera si mise a praticare la devozione e la mente si rifiutava di concentrarsi sul Simran, ricordava quei jalabi. Continuò a sforzarsi ma la mente non ripeteva il Simran. Al mattino la mente gli suggerì: “Non farò il Simran finché non mi comprerai quei jalabi”. Di solito tagliava una certa quantità di legna, ma quel giorno ne tagliò il doppio e andò al mercato a venderla per una rupia. I jalabi erano molto economici e con quella rupia ne comprò qualche chilo. Tornò a casa nella foresta e disse alla mente: “Volevi questi jalabi e te li ho comprati, ora devi mangiarli”. Ne mangiò alcuni ma non tutti poiché erano molti. Allora il fachiro disse alla mente: “No, devi mangiarne di più”, e ne mangiò ancora. Poi il fachiro disse: “Mangiane ancora”, e così fece. Poi vomitò e disse alla mente: “Se vomiti i jalabi, vuol dire che devi mangiare anche quel vomito”. Ne ingerì un po’ e disse: “Prendine ancora”. Così fece, ma alla fine la mente disse: “Ora lasciami stare, non ti chiederò più jalabi e ti permetterò di meditare”. Dunque amici, la meditazione non è semplice; dobbiamo combattere con la mente. La mente vuole mangiare e bere, non vuole fare il Simran e meditare. Facciamole capire che non dovrebbe ostacolare la meditazione e non dovrebbe cercare di distrarci da essa.
Una volta il re di Balak Bukhara, un devoto del Signore, stava meditando in un cimitero. Arrivò il figlio e disse: “Smetti di meditare, devi venire a mangiare con me”. Allora il re andò con il figlio a mangiare. Stavano servendo l’halva (un budino dolce) come parshad e c’era molto ghi dentro. Il re prese un po’ di halva in mano e poi la imbrattò su uno specchio. Lo mostrò al figlio e gli disse: “Guarda, questo specchio è rovinato a causa dell’olio sulla mano. Nello stesso modo, se ci coinvolgiamo nel mondo, l’anima si disperde e non può essere purificata”.
Miei cari, se vogliamo meditare, dobbiamo focalizzare l’attenzione sul Maestro allontanandola dal mondo e dalle cose mondane, dai cibi deliziosi e da altre cose simili.

Siringi Rishi e Durbasa Muni furono altresì sconfitti dopo aver fatto le loro austerità. Molti grandi e possenti uomini vennero nel mondo ma furono inseguiti dal cacciatore Kal. Ved Vyas chiede a Para Rishi: “Dovrei chiamarti ‘padre’ o ‘figlio’?”. Canta le lodi del Satguru affinché tu possa recidere il peccato della nascita.

Siringi Rishi viveva nella jungla e non andava mai in città. A quel tempo governava il re Dasrath e c’era siccità nel paese. I preti e gli astrologi fecero le varie divinazioni, calcoli e dissero al re che se Siringhi Rishi fosse venuto in città, il problema della siccità sarebbe stato risolto. Una giovane donna si presentò e disse che sarebbe riuscita a portare il rishi in città. Così andò nella foresta e trovò Siringi Rishi in meditazione. Notò che di solito meditava per due o tre giorni di fila e voleva scopriva che cosa faceva quando apriva gli occhi. Si accorse che quando smetteva di meditare, toccava per una volta con la lingua il tronco di un albero. Allora la giovane donna mise del miele in quel punto. Ora quando il rishi toccò con la lingua l’albero, trovò il dolce sapore del miele e toccò quel punto molte più volte. Il giorno dopo ella pose del cibo molto più delizioso sul tronco dell’albero. Quando sentiva il gusto dolce, il rishi insisteva due volte, poi quattro volte e così via. I Santi, gli amati di Dio limitano sempre l’uso di dolci, perché i dolci tendono a far sorgere i desideri e risvegliano i sensi. Inoltre, se meditiamo senza il beneficio dell’iniziazione al Naam, stiamo praticando la devozione solo con l’aiuto della mente. Dunque quando sorgono i desideri, non abbiamo alcun modo per controllarli. Se mangiamo cibi dolci, otteniamo più forza e si risvegliano i desideri. Stiamo praticando la devozione della mente, mentre dobbiamo praticare la devozione dello Shabd, dobbiamo attaccarci allo Shabd, poiché è lo Shabd che ci aiuta a conquistare la mente e i suoi desideri. Siringi Rishi aveva meditato solo con la mente, non aveva un Guru Shabd Abhyasi (competente nella Parola) che lo aiutasse e lo guidasse.
Guru Nanak dice che lo Shabd ha creato il mondo e lo Shabd è il Signore: “Lo Shabd è nella terra, lo Shabd è nel cielo. Lo Shabd illumina l’intera creazione”.
Il Satguru Ajaib Singh Ji diceva: “Finché non focalizzate la mente sul Simran, non date cibo al corpo poiché se la mente non è attaccata al Simran, vaga all’esterno nel mondo”. Ci disse pure di abbandonare centinaia di lavori urgenti per andare al Satsang. In realtà, è insolito da parte nostra avere cento lavori urgenti da svolgere in un'unica volta. Andando al passo successivo, diceva che dovremmo tralasciare mille lavori urgenti o responsabilità domestiche per meditare affinché le nostre vite abbiano buon esito e possiamo incontrare il Signore.

In un istante Narada perse il frutto delle austerità eseguite per sessantamila anni. Quando fu colpito dal dio della lussuria, pianse tenendosi il capo. Poi trasformò il proprio viso in quello di una scimmia e maledisse Vishnu. Canta le lodi del Satguru affinché tu possa recidere il peccato della nascita.

Quando siamo ammalati, per esempio se abbiamo la febbre, andiamo da un dottore per farci dare le medicine. Quando il Maestro dà alla jiva il dono dell’iniziazione al Naam, le spiega in modo completo che la nostra malattia è nella mente. Proprio come gli yoghi afferrano un serpente e ne rimuovono il veleno con il loro potere, il Satguru afferra la mente e ne distrugge il veleno con lo Shabd Dhun. Se darete a un topo il mercurio da bere, non scapperà via ma rimarrà fermo. Similmente se andremo a Daswan Dwar, la mente sarà sotto controllo e l’anima acquisterà la comprensione e mediterà sullo Shabd Naam.
Il Satguru Ajaib Singh Ji ha scritto che la mente è attaccata alle passioni, ai cinque sensi e ci coinvolge nel mondo. I Santi afferrano la mente e la controllano. Ci dicono che dobbiamo continuare a meditare finché non attraversiamo Daswan Dwar. Guru Nanak ha detto: “Se conquistate la mente, conquistate il mondo”. Kabir Sahib ha scritto che la relazione tra il discepolo e il Maestro è come la relazione tra l’elefante e il mahant (il conduttore). Il mahant viaggia sull’elefante, lo dirige e lo controlla. Dunque il discepolo porge le proprie preghiere e suppliche al Maestro. Guru Nanak Dev Ji ha detto: “O Satguru, sono pieno di karma negativi. Sono venuto al tuo rifugio, ora proteggimi”. Il discepolo prega il Maestro: “Ora che sono venuto al tuo rifugio, per favore prenditi cura di me”.

In questo tetro Kali Yuga il vero Satguru, il vero Potere è venuto. O Dio vivente del Param Sant, tu hai afferrato la Maya e l’hai fatta danzare. Mastana Ji dice: “Commercia nella vera mercanzia: la Verità non conosce paura!”. Canta le lodi del Satguru affinché tu possa recidere il peccato della nascita.

 

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